Gino Tornusciolo
Comunque andrà...
Lettera ai ragazzi e alle ragazze (militanti) di CPI
di Maurizio Murelli
«Agire senza guardare ai frutti, senza che sia determinante la prospettiva del successo e dell'insuccesso, della vittoria e della sconfitta, del guadagno o delle perdite, e nemmeno quella del piacere e del dolore, dell'approvazione e della disapprovazione altrui».
[Julius Evola]
Come è notorio ho sostenuto la campagna elettorale di CPI e dove è stato possibile ho fatto la mia parte. Chi deve sapere sa come e in che misura.
Ora che la campagna volge al termine mi sento di dedicare a tutti i militanti un pensiero.
Vi ho visto impegnati anima e corpo in questa battaglia elettorale, con dedizione e spirito di sacrificio, senza mai mettere in discussione le direttive del Movimento, rispettandone fino in fondo le gerarchie.
Vi ho visto tenere saldi i nervi nonostante le provocazioni, nonostante il vostro sangue bollente di giovani sani esigeva la reazione quando subumani vi provocavano sulla piazza, ai banchetti, nel corso di convegni e comizi.
Vi ho visto rispondere con sani e goliardici sorrisi quando tutti i media vi hanno dato addosso insultandovi, esponendovi, dopo avervi mostrificato, al pubblico ludibrio.
Vi ho visto tener testa agli esponenti faziosi e ignobili dei partiti “tradizionali”.
Con sofferenza vi ho visto sostenere pesino il “fuoco amico”: attaccati sui fianchi, spesso con cinismo, con rancore, con argomenti impolitici e analisi canzonatorie da quanti avrebbero almeno dovuto tacere... che magari sostenervi costava troppo orgoglio. Siete restati fermi, impassibili rispettosi della consegna che vi è stata impartita, disciplinati, inquadrati, senza mai vacillare. Un’impresa titanica, oserei dire. Perché pure io sono stato giovane e so cosa significa restare fermi, impassibili, tenere la posizione senza cogliere la provocazione. E forse in questo campo io non sono un buon maestro, visto che non ho mai mantenuto il dovuto distacco reagendo con forza e violenza alla prepotenza esercitata contro il fronte nel quale militavo. Ma a mia parziale giustificazione posso dire che non avevo alle spalle un Movimento come il vostro: il mio era più che altro il tempo dei “lupi dispersi”.
Ma in un modo o nell’altro voi siete i miei “figli”, quelli venuti dopo, il successivo anello di una lunga catena d’acciaio agganciata all’Origine, al Mito. Avete preso il testimone che quelli della mia generazione avevano a loro volta ricevuto da chi l' aveva preceduta, un meraviglioso scrigno pregno di principi e valori a cui abbiamo montato la guardia e prestato difesa — par nostro, per come sapevamo fare — e lo abbiamo consegnato a voi. Anche se tutto abbiamo fatto **“senza che (per noi) sia (stata) determinante la prospettiva del successo e dell'insuccesso”** è comunque fonte di gioia poter riconoscere che quanto da noi fatto ha poi fruttificato in voi. Per alcuni della mia generazione (non posso purtroppo parlare a nome di tutti, così come sarebbe stato giusto) è un vero motivo di orgoglio riflettersi nella vostra giovane milizia.
Non importa come si concluderà questa battaglia: avete comunque vinto e consolidato le basi per le future e più impegnative battaglie. Questa, come minimo (sottolineo COME MINIMO, perché c’è di più) la si può anche considerare come campagna di addestramento: che fanno del resto i soldati prima della guerra? Si addestrano simulando la battaglia se non la guerra che verrà. Ecco, questa “esercitazione” è stata sublime, spettacolare esercitazione... ottimamente condotta.
Non mi cimento qui nella previsione dei risultati. Perché il numero dei voti e l’eventuale entrata in Parlamento è per me secondario: avete già vinto.
In alto i cuori!
Tramite Facebook 03/03/2018 15:17:19